L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA
Martedì 7 Dicembre 2004 cronaca Pagina 16
Continuano a ritmo serrato le indagini sul rogo del deposito in Zai.
Gli investigatori sono al lavoro, si cercano gli altri depositi
Letteraria,
recuperati altri libri.
Uno
conteneva l’indicazione del mercatino dove era stato comprato
resti dei libri
bruciati presso il deposito dell'Amia
di Roberto Vacchini
Il pacco l’ha trovato un agente davanti al commissariato
di Borgo Roma. Era indirizzato al dirigente, Massimo Sacco, e conteneva
un libro. Uno dei 17 mila volumi rubati dal deposito della Società
Letteraria agli ex Magazzini generali, come testimoniava anche il
timbro a secco. Nella busta c’era anche un biglietto anonimo: il testo,
diceva, era stato acquistato in un mercatino di Cerea.
Per i poliziotti della questura, che da una settimana stanno indagando
sul rogo della Letteraria, si è trattata della conferma che
in giro ci sono ancora numerosi volumi rubati ma anche che ci sono
delle persone disposte a collaborare. E proprio verso gli acquirenti
si stanno concentrando le indagini. L’obiettivo è riuscire
a recuperare il maggior numero di libri. L’impresa non si preannuncia
facile, ma i poliziotti sono convinti di essere sulla buona strada.
Anche ieri sono stati compiuti dei sopralluoghi e sentito alcune persone,
alla ricerca di ulteriri depositi che potrebbero, a breve, essere
individuati. Finora gli indagati sono sei, uno per incendio e furto,cinque
per furto e due di questi anche per ricettazione. Ma non è
escluso che nelle prossime ore ci siano ulteriori novità.
Dalla questura, intanto, si rinnova l’appello a tutti coloro che hanno
acquistato, anche in buona fede, dei volumi, soprattutto ai mercatini,
con il timbro della Letteraria. È bene che vengano consegnati
al più presto alla polizia o al commissariato di Borgo Roma.
Le indagini della Digos e del commissariato di Borgo Roma erano cominciate
nei minuti immediatamente successivi alla scoperta del rogo. E da
subito gli investigatori si sono insospettiti perché hanno
riscontrato delle incongruenze tra quanto aveva riferito il sorvegliante
e le altre testimonianze raccolte.
La sera dell’incendio, il sorvegliante di turno era Claudio Arletti.
L’associazione di cui è volontario, «Vivere la città»,
ha infatti ottenuto dal Comune uno spazio agli ex Magazzini generali
in cambio del servizio di sorveglianza. E l’uomo aveva dichiarato
che nel primo giro, effettuato alle 21, non c’era nulla di strano,
mentre nel secondo aveva notato il fumo uscire da una finestra del
deposito.
Una versione che non aveva conv into. Perciò erano scattati
i controlli. Le prime certezze sono arrivate dal sopralluogo dei pompieri
e dei tecnici della polizia scientifica che avevano accertato che
il rogo era doloso: le fiamme erano partite dalle due estremità
della fila in cui erano allineati gli scatoloni con i libri ed erano
state innescate da una sostanza infiammabile. Non si poteva trattare
di incidente. L’obiettivo era proprio quello di distruggere i libri.
La svolta si è avuta l’altro giorno, quando i poliziotti sono
a arrivati al deposito di San Michele in cui erano accatastati i 17
mila libri. I furti erano cominciati due mesi prima, secondo quanto
hanno riferito gli agenti. Per il trasporto veniva utilizzato un camioncino.
E si è calcolato, per esempio, che per riempire il deposito
di San Michele si erano resi necessari almeno quattro viaggi.
L’incendio, hanno stabilito i poliziotti, era stato appiccato proprio
per coprire i furti. Da qualche giorno, infatti, era circolata la
notizia che di lì a poco i libri sarebbero stati trasferiti
nella sede storica di piazzetta Scaletta Rubiani, dove erano state
ristrutturate delle stanze. E allora, inevitabilmente, i responsabili
avrebbero scoperto l’ammanco.
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Domenica 5 Dicembre 2004 cronaca Pagina 9
Gli agenti della Digos e del commissariato hanno ricostruito il movente
dell’attentato al deposito degli ex Magazzini
Rogo della Letteraria, accusato il custode
Deve
rispondere di incendio e furto.Con lui nei guai altri due veronesi
e tre rumeni
resti
dei libri bruciati
di Roberto Vacchini
Il premio
più bello, gli investigatori che hanno risolto il caso del
rogo del deposito di libri antichi in Zai, lo hanno ricevuto ieri
mattina quando al portone della questura ha suonato un signore che
aveva sottobraccio un atlante storico dell’Ottocento. Si era accorto
che sulla prima pagina c’era il marchio della Società Letteraria
e, appreso del furto, ha voluto spontaneamente riconsegnarlo ai legittimi
proprietari.
A quell’ora il giallo era già stato risolto da qualche ora.
A dare fuoco ai libri storici conservati nel deposito degli ex Magazzini
Generali, secondo gli investigatori della Digos diretti da dal funzionario
Gonario Antonio Rainone, e gli agenti del commissariato del dirigente
Massimo Sacco, è stato uno dei sorveglianti dell’area. L’uomo,
Claudio Arletti, 62 anni, è stato indagato in stato di libertà
dal sostituto procuratore Fabrizio Celenza per incendio aggravato
e furto aggravato e continuato in concorso. L’uomo ha ribadito la
propria estraneità ai fatti che gli sono stati contestati e
si è sospeso da ogni incarico.
Chiarito anche il movente: il rogo doveva coprire i furti che erano
stati commessi a più riprese negli ultimi due mesi.
Gli agenti hanno anche scoperto due stabili in cui erano conservati
17 mila volumi, che sono stati recuperati; la gran parte era conservata
in 587 scatoloni trovati in un deposito di San Michele Extra. Altre
cinque persone sono finite nei guai. Si tratta di due veronesi, indagati
in stato di libertà per furto in concorso e ricettazione, e
di tre rumeni, anche loro indagati per furto in concorso; questi ultimi
frequentavano gli ex Magazzini. Le indagini hanno anche accertato
che i libri rubati erano destinati alle fiere e nei mercatini rionali
di antiquariato.
A insospettire gli investigatori sono state in primo luogo le incongruenze
riscontrate tra il racconto di Arletti e le altre testimonianze raccolte.
E poi alcuni dati oggettivi. Come la difficoltà di far uscire
i libri dall’unica finestrella posta anche a una certa altezza: il
portone, infatti, si poteva aprire solo dall’interno.
Arletti era di turno come sorvegliante dell’area la sera del rogo.
L’associazione di cui è volontario, « ;Vivere la città»,
ha infatti ottenuto dal Comune uno spazio agli ex Magazzini generali
in cambio del servizio di sorveglianza. E l’uomo aveva dichiarato
che nel primo giro, effettuato alle 21, non c’era nulla di strano,
mentre nel secondo aveva notato il fumo uscire da una finestra del
deposito.
Una versione che non aveva convinto. Perciò erano scattati
i controlli. Nelle ore immediatamente successive si era scoperto che
il rogo era doloso: le fiamme erano partite dalle due estremità
della fila in cui erano allineati gli scatoloni con i libri ed erano
state innescate da una sostanza infiammabile.
La svolta, però, si è avuto l’altro giorno quando gli
investigatori sono arrivati al deposito di San Michele in cui erano
accatastati i 17 mila libri. La scoperta ha permesso di ricostruire
con esattezza quanto era avvenuto. I furti, ha spiegato ieri il questore
Luigi Merolla che ha seguito personalmente tutta l’indagine, erano
cominciati un paio di mesi addietro.
resti dei libri
bruciati nel Padiglione 24
Arletti sapeva cosa c’era nel deposito e aveva pensato di trarne profitto.
Per entrare utilizzava una finestra e con lui, a turno, c’erano le
altre cinque persone. I tre rumeni che in un primo tempo avevano solo
il compito di aiutare gli altri, successivamente avevano anche agito
da soli, prelevando dei volumi che avevano poi cercato di rivendere.
I due italiani, invece, avevano prelevato i libri e li custodivano
in altrettanti depositi: quello di San Michele e uno più piccolo.
La rivendita, però, non era stata così semplice. Uno
dei due indagati non era riuscito a piazzarne neppure uno.
Il rivenditore a cui li aveva offerti, infatti, si era accorto del
timbro a secco che indicava la provenienza e li aveva restituiti al
mittente. Il secondo «fornitore», invece, era riuscito
a cedere qualcosa sul mercato; ma una buona parte era stata rintracciata
dagli agenti.
I prelievi si erano ripetuti fino a quando Arletti aveva saputo che
di lì a poco si sarebbe effettuato il trasloco: ai primi di
gennaio i libri dovevano tornare nelle stanze restaurate di piazzetta
Scalette Rubiani. E in quell’occasione i proprietari avrebbero scoperto
che mancavano migliaia di volumi.
Per questo, hanno detto i poliziotti, ha appiccato il rogo. Sperava
che le fiamme coprissero i furti. Ma ad andare in fumo, stavolta,
è stato il suo progetto.
Alla Letteraria la notizia ha portato un minimo ma benvenuto sollievo.
«Certo, il danno rimane enorme ma almeno non tutto è
andato perduto», spiega il presidente Alberto Battaggia, che
conferma come il trasloco sarebbe dovuto iniziare a breve. E spiega
perché non si era potuto fare prima: «Le stanze erano
pronte a inizio ann o. Ma ci era stato chiesta una perizia prima di
accatastare un tal peso nell’edificio. Inoltre, il trasloco non si
poteva improvvisare ma avrebbe dovuto essere effettuato da una ditta
specializzata. Il nostro obiettivo era finire i lavori di restauro
alle stanze rimanenti (tre sono pronte, ma ne mancano altrettante)
e nel contempo reperire i fondi per il trasloco».
resti dei libri
bruciati presso il deposito dell'Amia
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Sabato 4 Dicembre 2004 cronaca Pagina 11
Anche
l’Università pronta ad aiutare
Zanotto: «Sosterremo recupero e acquisti»
Il sindaco Paolo Zanotto ha telefonato al presidente della
Società Letteraria, Alberto Battaggia, al quale ha manifestato
il dispiacere dell’amministrazione comunale per la perdita di un patrimonio
culturale così importante per tutta la città. «Aspettiamo
che la Letteraria quantifichi l’entità del danno», dice
il sindaco, «poi valuteremo modi e tempi per un intervento di
sostegno da parte del Comune, sia per il recupero di quello che si
può salvare sia per l’acquisto di nuovi volumi».
Anche l’Università esprime in una nota «il più
profondo dispiacere per l’accaduto». Dice il rettore Alessandro
Mazzucco: «Il terribile incendio ha compromesso una parte della
prestigiosa collezione libraria della Società Letteraria e
l’Ateneo scaligero esprime totale solidarietà». L’Università
offre «la propria disponibilità per il recupero e per
una futura opera di prevenzione del patrimonio andato distrutto e
di quello rimasto. Infine, rinnova la collaborazione già avviata
con le strutture bibliotecarie dell’Ateneo per attività di
sinergia finalizzate alla valorizzazione del patrimonio e delle attività
culturali della Letteraria».
resti
dei libri bruciati presso il deposito dell'Amia
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Domenica
5 Dicembre 2004 cronaca Pagina 9
Restauro.
Daniela Brunelli, responsabile bibliotecaria della Società
Letteraria e della Biblioteca Frinzi, spiega come una parte consistente
del patrimonio sarà recuperato.
«Chiederemo aiuto alla Biblioteca nazionale di Firenze . E ci
appelliamo ai cittadini»
«Ecco
come salveremo ottomila libri»
di Maurizio Battista
«Chiederemo
aiuto anche alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze: hanno un
laboratorio specializzato nel restauro e recupero dei libri, dopo
l’alluvione del novembre 1966».
Sì, perché il danno al patrimonio librario della Società
Letteraria è «di valore inestimabile»; una tragedia
pari a «un grave disastro» che sta facendo accorrere al
capezzale del giacimento culturale della Letteraria esperti da tutt’Italia.
Ad accoglierli c’è Daniela Brunelli, responsabile bibliotecaria
della Società Letteraria e responsabile della Biblioteca Frinzi.
Cura i libri come figli, si orienta tra scatoloni e archivi laddove
i comuni mortali non ne verrebbero a capo neppure con bussola e navigatore
satellitare. È lei l’unica in grado di fare l’inventario d
i che cosa è andato perduto, di che cosa è stato recuperato
e di che cosa invece si spera ancora di ritrovare.
Ieri, innanzi tutto, è stata la giornata del vertice con le
esperte per gli interventi di primo soccorso: ci sono 8 mila libri
da trasferire in un ambiente asciutto e da «farcire» pagina
per pagina con carte assorbenti.
Dottoressa Brunelli, facciamo il punto?
I libri recuperabili nel Padiglione 24
«Sì. Innanzi tutto abbiamo convocato due esperte della
scuola di restauro della carta di Botticino, un paese del Bresciano,
per una valutazione di urgenza degli interventi di primo soccorso
da eseguire, a fini conservativi, sui libri salvati dall’incendio.
In un secondo tempo, seguiranno gli interventi di restauro vero e
proprio sui pezzi più deteriorati».
Quanti volumi sono stati salvati dall’incendio agli ex Magazzini?
«Ottomila volumi sono salvabili con gli interventi di primo
soccorso. A causa dell’acqua e della schiuma usati per spegnere l’incendio,
sono molto umidi e quindi vanno portati il prima possibile in un nuovo
magazzino, asciutto e ben aerato, per farli asciugare con ventilatori
e deumidificatori. L’umidità è il primo nemico della
carta: provoca muffe e danni strutturali alle legature. Domani mattina,
lunedì, andrò a visitare in Zai u n magazzino che ci
è stato offerto».
Basterà questo?
«No. Poi questi volumi dovranno essere interfogliati pagina
per pagina con carta assorbente. Serviranno decine di volontari sotto
la guida degli esperti; ci appelliamo anche agli studenti del corso
di laurea in Beni culturali e ai cittadini di buona volontà.
Questi libri andranno posti sugli scaffali in orizzontale e ventilati.
Infine, si dovrà procedere alla valutazione dei danni dei singoli
pezzi e procedere al restauro dove necessario: rifare le legature,
le coperte, le parti mancanti. Serviranno alcuni mesi».
Nel deposito degli ex Magazzini erano stati ricoverati 90 mila volumi;
8 mila sono salvabili e gli altri?
«Grazie alla tempestività e alla bravura degli investigatori
della Questura. abbiamo recuperato tra i 20 e i 25 mi la volumi: sono
intatti. Li abbiamo già riportati nella nostra sede di piazza
Bra, ma sono sotto sequestro. Chi li aveva rubati sapeva che si trattava
di materiale di pregio, cioè ottocentesco. Per fortuna erano
timbrati: se non c’è una liberatoria che accompagni il volume,
i collezionisti capiscono subito che si tratta di materiale sospetto.
E così arriviamo a circa 30-33 mila volumi».
Ne mancano all’appello 60 mila circa...
«Abbiamo controllato quello che resta dell’incendio. All’Amia
ci sono cumuli di cenere e poltiglia, ma mi pare difficile credere
che siano i resti di ben 60 mila volumi. Riteniamo che possano esserci
ancora volumi in giro e ci auguriamo che le indagini portino ad altri
ritrovamenti».
Ma possibile che ci sia un mercato così florido da giustificare
tanti furti?
«Il valore è inestimabile per un semplice motivo. Al
di là del singolo libro di pregio che può essere venduto
anche a mille euro, da ciascuno di questi libri possono essere tagliate
singole incisioni, illustrazioni, pubblicità che vengono poi
rivendute. È un mercato allettante, che è ghiotto di
fogli singoli, per cui il valore potenziale diventa inestimabile.
Non soltanto i libri rari o le edizioni pregiate dunque possono essere
richiesti, ma anche, per esempio, le riviste del primo Novecento perché
magari contengono pubblicità disegnate da grafici e artisti
diventati poi famosi. Esiste un modernariato del libro e della rivista».
Di che epoca erano i 90 mila volumi?
«Tutti dell’Ottocento e Novecento. Quelli più antichi
sono conservati in sede».
Donazioni pregiate andate perdute?
«Tutti gli scatoloni erano st ati catalogati, abbiamo la mappa
precisa di tutto per cui riusciremo a ricostruire che cosa manca.
In ogni caso, la donazione Rudy de Cadaval è salva perché
ospitata in Biblioteca civica, così come la donazione Coin
è all’istituto Galileo Ferraris ed è catalogata su Internet.
Inoltre, tutti i periodici di carattere giuridico del 1800 sono ospitati
dalla facoltà di Giurisprudenza. Proprio questo censimento
certosino si è rivelato prezioso per le indagini».
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Domenica 5 Dicembre 2004 cronaca Pagina 9
L’appello
" Controllate i libri, se c’è il timbro portateli
alla polizia»
Altri resti
Sul tavolo dell’ufficio del questore la prima edizione de La luna
e i falò di Cesare Pavese, stampata nel 1950, appoggia su un
Atlante storico dello Stato Pontificio. Sotto e ai lati, altri volumi,
più o meno pregiati. C’è la Deliberazione dell’Associazione
agraria veronese , edizioni Giuseppe Civelli 1858, una miscellanea
con dedica «Al conte Carlo Fratta Pasini» con la riconoscenza
«di molti terrazzani di Lazise», il volume Tre dissertazioni
dell’Accademia economica-agraria dei Georgofili , Firenze 1841, e
la Lettera pastorale al clero e al popolo della Tipografia vescovile
Vicentini.
Sono solo alcuni dei 17 mila volumi recuperati dagli investigatori.
Due sono stati riconsegnati da altrettanti cittadini che li avevano
comprati a un mercatino. Il questore, Luigi Merolla, lancia un appello
a chi, anche in buona fede, ha acquistato i libri. Individuarli è
piuttosto semplice: all’interno di ciascun volume, infatti, nelle
prime pagine c’è il timbro a secco della Società Letteraria.
Nel caso si scopra di possedere uno dei libri rubati, è bene
rivolgersi immediatamente alla polizia.
Gli investigatori, tra l’altro, stanno anche indagando sui potenziali
acquirenti dei libri che sono spariti. E non è escluso che
nei prossimi giorni si possano avere ulteriori sviluppi nell’indagine.
(r.v.)
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Sabato 4 Dicembre 2004 cronaca Pagina 11
- IL RETROSCENA
Un
atto compiuto per un motivo solo: il denaro
Gli
autori del gesto miravano ad appropriarsi di rare edizioni apprezzate
dal mercato bibliofilo
di
Michelangelo Bellinetti
Per una
manciata di denaro. Forse qualcosa di più, comunque sempre
per denaro.
Ecco la motivazione del furto e dell’incendio.
Dalle indagini, svolte sul tamburo dalla Questura, stanno emergendo
i desolanti contorni dell’impresa compiuta ai danni della Società
Letteraria. Ne escono fuori le motivazioni, gli attori, le modalità,
i reticoli dell’organizzazione. Da tali contorni appare un mondo squallido
e oscuro, animato da committenze senza scrupoli e da esecutori privi
di ogni consapevolezza.
Costoro mercoledi notte, in un paio d’ore, non di più, hanno
saccheggiato un patrimonio difficilmente ricostruibile per i contenuti
culturali che custodiva e per la testimonianza di alto civismo che
rappresentava.
Cosa si ripromettevano in buona sostanza?
Be’, innanzitutto è chiaro che sono andati a colpo sicuro.
Sapevano cosa avrebbero trovato e certamente conoscevano i movimenti
di sicurezza predisposti atto rno ai magazzini.
Poi, una volta penetrati, hanno raccolto i libri, hanno cercato gli
scatoloni che contenevano le opere più antiche, quelle più
ricercate, i pezzi unici ed hanno trasportato il bottino a bordo dei
mezzi lasciati all’esterno. A quel punto chissà perché
- forse per depistare le indagini o per allontanare possibili sospetti
- hanno appiccato il fuoco ai libri rimasti.
Ecco il quadro del saccheggio messo a segno tre notti fa nell’ex Zai.
Cosa ne avrebbero guadagnato?
Non tutti sanno che oggi il mercato dei libri antichi è una
realtà attorno alla quale si muove un cospicuo giro di denaro.
Il libro raro, il libro di pregio per fattura tipografica, per ricchezza
legatoria, per corredo di autografi costituisce un «unicum»
che il mercato antiquario premia con sostanziosa generosità.
Oggi non soltanto gli studiosi ed i collezionisti si contendono l’acquisizione
del libro raro ma anche coloro che cercano di investire i propri capitali
in oggetti il cui valore, non decadendo, è destinato ad aumentare
nel tempo. E il libro, a differenza di altri oggetti, rappresenta
un investimento sicuro. Infatti, il libro antico non è possibile
contraffarlo. Si può falsificare un quadro, si può rifare
un pezzo d’argento, si può contraffare un tappeto ma il libro
- per il momento - resta intangibile ad ogni riproduzione.
Ecco perché ci sono mercanti, ci sono committenti, ci sono
acquirenti ed ecco perché ci sono pure i saccheggiatori.
I saccheggiatori di mercoledì notte non solo hanno tentato
di rubare, ma hanno distrutto, hanno bruciato, hanno devastato. Per
colpa loro, l’altra notte, Verona ha perduto una parte della sua anima
culturale, una porzione della documentazione del proprio fervore intellettuale,
la testimonianza dei suoi accadimenti civili.
C’è qualcosa di profondamente barbaro nell’atto compiuto.
Un atto compiuto per una manciata di sporco denaro.
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Sabato 4 Dicembre 2004 cronaca Pagina 11
Le indagini della Questura sull’incendio scoppiato mercoledì
sera negli ex Magazzini generali sono vicine alla soluzione
Letteraria,
trovato un camion di libri rubati
Contenuti
in 57 scatoloni sottratti prima del rogo appiccato per nascondere
il colpo
di
Roberto Vacchini
Clamorosa
svolta nell’indagine sul rogo dei libri della Società Letteraria.
Gli investigatori della squadra mobile e della Digos che indagano
sull’accaduto hanno trovato ieri mattina, in un garage alla periferia
della città, un camion pieno di libri rubati dal deposito degli
ex Magazzini generali, in tutto 57 scatoloni.
E altri libri sarebbero stati recuperati in luoghi diversi nel pomeriggio.
La scoperta ha consentito di accelerare l’indagine che è proseguita
fino a tarda sera e ha aperto nuovi e inquietanti scenari. Negli ambienti
giudiziari nessuno si sbilancia ma da quanto si è appreso i
poliziotti sarebbero ormai vicinissimi a risolvere quello che aveva
tutti i contorni di un giallo.
Fino a tarda sera sono continuate le perquisizioni, una decina almeno,
in altrettanti appartamenti non solo della città e almeno altrettante
le persone sono state sentite sui fatti dell’altra notte. Tra loro
anche uno dei volontari che sorveglia l’area per conto del Comune,
Claudio Arletti, dell’associazione «Vivere la città»
che ha la sede proprio sotto il deposito la Società Letteraria,
il primo ad accorgersi del fatto. È lui che ha dato l’allarme:
«Ho fatto un primo giro alle 21 e non c’era nulla. Alle 23,
invece, ho visto il fumo uscire da una finestra».
La sua testimonianza è importante per ricostruire con esattezza
quello che è accaduto: «Ho raccontato tutto alla polizia.
L’incendio deve essere scoppiato dopo le 21. Ero di turno: l’altra
sera toccava a me. E durante il primo giro non ho notato nulla di
strano. Quando ho scoperto l’incendio ho chiamato anche altri volontari».
La scoperta dei libri rubati getta nuova luce anche sul possibile
movente. Evidentemente chi è entrato nel deposito era stato
istruito a dovere. Sapeva infatti della finestrella in alto e, forse,
sapeva che una volta all’interno, per un paio d’ore poteva agire indisturbato.
Restano alcuni punti da chiarire. Quanti erano i ladri-piromani? E
come hanno potuto portare fuori dalla finestra tutti quei libri? Sono
usciti dalla porta? È possibile che nessuno li abbia visti,
ma in tal caso dovevano avere le chiavi: le porte, infatti, erano
regolarmente chiuse all’arrivo dei pompieri. Ma chi aveva fornito
le chiavi? E ancora: se si trattava di ladri perché dar fuoco
agli altri volumi? Era forse un tentativo di depistaggio o il rogo
serviva per coprire le tracce dei fuggitivi? Tante domande a cui i
poliziotti potrebbero dare delle risposte già nelle prossime
ore. Anche ieri vigili del fuoco e agenti sono tornati al capannone
24, in Zai, per un sopralluogo. Ma la sensazione è che il furto
non sia un episodio improvvisato.
E intanto, alla Società Letteraria si fa il conto dei danni.
«Al momento, dire una cifra esatta è impossibile»,
spiega il presidente Alberto Battaggia. «Sicuramente si tratta
di centinaia di migliaia di euro. Oltre ai libri bruciati, infatti,
c’è il timore che non si riesca a recuperare neppure una buona
parte degli altri che si sono imbevuti d’acqua. E comunque i costi
sarebbero elevati». Il presidente ha già contattato alcuni
enti pubblici e privati. E lancia una proposta: «È inaccettabile
che una collezione di tal valore non abbia potuto trovare una collocazione
accettabile. Abbiamo provato più volte a cercare una soluzione
alternativa, ma non ci siamo riusciti. Sfortunatamente la ristrutturazione
della biblioteca civica, che poteva essere uno spazio idoneo, ci ha
limitato. Speriamo solo che questo g rave episodio sia l’occasione
perché la città si interroghi. Non ci sono solo i contenitori,
come l’Arsenale, ma tutta una serie di cose preziosissime che devono
essere protette».
La proposta fatta dal presidente della Letteraria è di creare
un «sistema di identificazione, eventuale recupero, collocazione
e catalogazione di tutti i patrimoni librari che sono in città».
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Venerdì 3 Dicembre 2004 cronaca Pagina 13
- Presagio nefasto
Una distruzione che tocca tutti noi
di
Michelangelo Bellinetti
Credevamo che atti simili non potessero più
accadere. Pensavamo che questo tipo di roghi appartenesse alla notte
di tempi finiti, all’oscuro armamentario di vecchie illusioni.
Purtroppo non è così.
Nell’anno di grazia 2004, aVerona, città patrimonio dell’umanità,
cinquantamila volumi sono stati ridotti in cenere nel volgere di poche
ore.
Per coloro che hanno acceso la miccia non ci sono attenuanti. Non
ce ne possono essere. Il loro gesto è ignobile poichè
offende la dignità umana: distruggere il pensiero - qualsiasi
pensiero - significa negare ogni ragione.
Ora il danno - è stato detto bene - non è limitabile
alla Società Letteraria. Se, infatti, i libri erano di proprietà
del benemerito sodalizio, il patrimonio culturale che essi rappresentavano
apparteneva certamente a tutta la città. Quei libri erano parte
cospicua della nostra comune identità.
Perciò la distruzione perpetrata la notte scorsa tocca ognuno
di noi. Quell’incendio rappresenta un’offesa al nostro orgoglio poichè
ognuno di noi è parte cosciente della storia e del divenire
di Verona.
Per questo motivo è necessario che il patrimonio distrutto
venga ricostituito nei limiti del possibile e nel più breve
tempo consentito .
Sarà questa la risposta più degna all’ignobiltà
dell’atto e, nel contempo, la testimonianza più alta del nostro
amore per Verona.
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Venerdì 3 Dicembre 2004 cronaca Pagina 13
Distrutti 50 mila libri della Letteraria
Attentato alla cultura
Nella notte tra mercoledì e giovedì ignoti si sono introdotti
nel capannone degli ex magazzini generali dov’erano stipate le opere
del sodalizio in attesa di tornare nella sede storica ristrutturata
da pochi giorni
Gli attentatori sono entrati dalla finestra e hanno
appiccato il fuoco in due punti
di Roberto Vacchini
Un attentato. Una mazzata per la Società Letteraria
e un colpo al cuore per tutti gli appassionati di cultura e di libri.
È sicuramente di origine dolosa l’incendio che l’altra notte
ha devastato il deposito di libri nella Zona industriale. Gi ignoti
piromani volevano essere certi di non fallire: quei libri dovevano
essere distrutti.
Il danno è inestimabile, e non solo dal punto di vista economico.
Volumi pregiati e intere collezioni sono andate in fumo. Ritrovarle
e acquistarle sarà un’impresa. Ma il fuoco non è riuscito
a intaccare lo spirito che anima i sostenitori della Società
Letteraria. Il presidente, Alberto Battaggia, ha già annunciato
che i soci sono pronti a fare di tutto pur di ricostituire per intero
il patrimonio letterario and ato distrutto. E lancia un appello alla
città affinché i più sensibili al problema contribuiscano
a raggiungere tale obiettivo.
La conferma di quelli che all’inizio erano solo sospetti
si è avuta dopo i sopralluoghi della polizia scientifica e
dei vigili del fuoco che hanno potuto accedere ai locali soltanto
dopo che le fiamme sono state domate. I libri erano custoditi su dei
bancali allineati l’uno accanto all’altro, in bell’ordine. Gli attentatori
sono entrati dall’alto, scardinando una finestra, e hanno appiccato
le fiamme alle due estremità della fila di scaffali e forse
hanno anche rubato qualche volume. L’allarme era stato dato l’altra
sera, intorno alle 23, da un passante che aveva visto uscire del fumo
da una finestra del capannone 24 degli ex Magazzini generali, il penultimo,
proprio di fronte all’ingresso della Fiera.
Appena la prima squadra di vigili del fuoco è intervenuta sul
posto, ha accertato che non si trattava di un semplice rogo dovuto
alla combustione di materassi o altri oggetti accatastati, come molte
volte capita in quell’area semi-abbandonata. Nel deposito non c’erano
solo i libri della Società Letteraria, ma anche archivi del
Comune che non sono stati danneggiati. I volumi erano stati trasferiti
in quel capannone per consentire la rist rutturazione di una parte
della sede di piazzetta Scalette Rubiani, a lato di piazza Bra. Al
primo piano del capannone 24 erano conservati migliaia di volumi,
molti dei quali di pregio, e altri che facevano parte di intere collezioni.
I vigili del fuoco hanno impegnato tre squadre e una ventina di persone
per tutta la notte e fino al tardo pomeriggio di ieri. E sono riusciti
a mettere in salvo molti libri. Difficile al momento quantificare
il danno. Sugli scaffali c’erano novantamila volumi, almeno cinquantamila
sarebbero danneggiati o distrutti. Le operazioni di spegnimento sono
state rese difficili anche dal fumo che ha invaso i locali.
Sul posto sono intervenuti l’ingegner Gambino dei vigili del fuoco,
il funzionario della questura Luigi ltamura, gli agenti delle volanti,
della polizia scientifica e della squadra mobile che hanno avviato
tutti gli accertamenti per stabilire la natura dell’incendio. Ieri
sono arrivati i primi responsi. Ma chi può aver appiccato il
rogo? Per il momento le forze dell’ordine stanno indagando in tutte
le direzioni, anche se la pista di una vendetta sembra quella privilegiata.
Di certo chi ha colpito aveva studiato attentamente il percorso e
messo a punto un piano quasi perfetto. Se il passante non si fosse
accorto del fumo, l’intero patrimonio librario avrebbe potuto essere
distrutto.
L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA
Venerdì 3 Dicembre 2004 cronaca Pagina 13
- Le
reazioni del presidente
«Ignobile,
ma non ci fermeremo»
Battaggia:
«Chiediamo aiuto per ricostruire il patrimonio andato perduto»
«Un
gesto ignobile. Se l’incendio, come pare, è doloso significa
che hanno voluto colpirci al cuore». Alberto Battaggia, presidente
della Società Letteraria, ha voluto compiere un sopralluogo
di persona al capannone 24. E ne è uscito sconvolto. «Proviamo
orrore ed angoscia verso un’azione, compiuta per motivi che ignoriamo,
che umilia le ragioni fondanti di una comunità. Si tratta di
un gesto che arreca un danno materiale e morale immenso alla città
intera, prima che alla Società Letteraria e che ferisce la
coscienza dei cittadini».
Oltre al danno si aggiunge anche la beffa: tra pochi giorni quei libri
avrebbero dovuto far ritorno nella loro sede «naturale»,
la storica sede di piazzetta Scalette Rubiani. «Da più
di dieci anni la sede è interessata da lavori di ristrutturazione.
La nostra è un’associazione privata e i soldi per i lavori
abbiamo dovuto recuperarli piano piano e con fatica. In precedenza
quei volumi erano stati ospitati nelle aul e di una scuola. Poi servivano
aule e ci è stato chiesto di liberare le stanze», racconta
il presidente. Si è cercato quindi una nuova sistemazione,
dapprima in un altro istituto, ma nessuno era disponibile. Alla fine
il Comune aveva messo a disposizione una porzione del primo piano
del capannone 24, in Zai. «Occupiamo un quarto dell’area, di
proprietà della Fondazione Cariverona; il rimanente è
del settore istruzione del Comune».
Ed entro pochi giorni avrebbe dovuto iniziare il trasloco per riportare
i libri in città: «Proprio all’ultima assemblea avevo
annunciato che eravamo pronti per cominciare. Tre sale erano già
state completate e attrezzate con le apposite scaffalature. E altre
due erano quasi terminate. Ora invece si complica tutto».
E adesso, che cosa accadrà? «Abbiamo dato incarico a
una ditta specializzata di recuperare tutti i libri che si possono
salvare. Il problema, oltre al fuoco e al fumo, è anche che
si sono imbevuti di acqua. L’operazione avrà un costo notevole,
avremo bisogno di ulteriori finanziamenti». Ma molti volumi
sono andati irrimediabilmente perduti. «I 90 mila volumi comprendevano
rare collezioni ottocentesche e novecentesche, fra i quali preziosi
lasciti di eminenti rappresentanti della cultura veronese: si tratta
di una perdita di valore inestimabile e in buona parte irrecuperabile».
Ma Battaggia non si arrende. E preannuncia già un’iniziativa:
«Faremo di tutto per ripristinare il patrimonio andato distrutto.
Voglio lanciare fin d’ora un appello alla città perché
le persone sensibili ci aiutino ad acquistare i volumi che si possono
ancora trovare. Ci sarà poi un’assemblea straordinaria dei
soci in cui si deciderà come intervenire».
Ma chi può aver fatto una cosa del genere? «Non ne abbiamo
idea. La Società Letteraria non ha mai avuto nemici. E ne fanno
parte persone di tutte le categorie sociali e di diversa estrazione.
Non saprei proprio chi ha potuto far questo». (r.v.)
Il padiglione 24
dopo l'incendio
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