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PoesiaFestival
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Domenica 22 giugno

PAROLA, SUONO, PENSIERO
Matinée organizzate dalla rivista di “Anterem”

LA FRAMMENTAZIONE NELLA COMPUTER MUSIC

Musiche originali per computer di Mauro Graziani, eseguite dall’autore
Poesie per computer (Tape Mark I e II) di Nanni Balestrini, lette dallo stesso autore e da Massimo Totola

Verona, Ristorante Al Cristo
Piazzetta Pescheria

 


Nanni Balestrini

 


Il pubblico, al riparo dal sole,
in Piazzetta Pescheria


Nanni Balestrini

 


Il pubblico, al riparo dal sole,
in Piazzetta Pescheria


Nanni Balestrini

 
 

lunedì 23 giugno 2003, pag. 36  


 



Poesia Festival. La rassegna di Anterem si è chiusa ieri con le provocazioni di Nanni Balestrini
Questa roba che pare poesia
Tra il serio e il faceto, il poeta gioca con il computer


Appiattito lungo l'ombra esigua dei muri della Piazza Pescheria Vecchia, accatastato sulle seggiole, rade e contese, sotto il cerchio breve degli ombrelloni (offerti in numero limitato dall'Osteria Il Cristo, ospitante), in piedi per sessanta eterni minuti, sotto il sole di questo giugno infuocato, dalle undici a mezzodì, il pubblico ha valorosamente resistito ieri mattina pur di ascoltare Nanni Balestrini, Mauro Graziani e la loro poesia e musica al computer, ultima matinée organizzata da "Anterem" nell'ambito di Poesia Festival . Ma ne valeva la pena. Balestrini alla fine ha premiato i suoi fan con la lettura della sua Piccola lode al pubblico della poesia , che non è minaccioso, non è neanche tutto seduto, «è invece mite, generoso, attento»: «mi vede qui che leggo questa roba e la prende per poesia, perché questo è il nostro patto segreto». Conclusione: «la poesia fa male ma per nostra fortuna nessuno ci vorrà credere mai».
Ilare e serio, Balestrini ha centrato il gioco che presiede a questi esercizi verbali che forse non fanno male a nessuno, se si eccettua il fatto che scoprono il mondo sconvolto che sta al di là e al di sotto delle parole, puri suoni coerenti/incoerenti, dialoganti, in questo incontro, con la musica di Mauro Graziani.
Dalla bella voce intensa di Massimo Totola abbiamo riascoltato un antico poemetto di Balestrini, Tape Mark I e Tape Mark II , in cui circolano, in forma staccata, le gravi suggestioni e le tragiche emozioni del fungo atomico di Hiroshima e dell'olocausto. Ma mescolate con i frammenti di un giallo intrigante. La musica di Mauro Graziani, in parte preregistrata, viene combinata al momento con il suono di alcune frasi del testo, per esempio "ronzante". Alcuni elementi sonori si ripetono come clausole o rime e il testo si rivela, adeguandosi a quest'onda di suono, accentuandola e variandola, mentre un flusso di energia viene dalla voce umana dell'attore, spoglia di senso, ridotta a puro fonema, capace di forza evocativa, eppure impenetrabile. L'esecuzione del testo poetico in questa forma ne estrae qualcosa di imprevedibile e quasi ci si convince che facciano parte della partitura anche le gioiose campane del mezzodì che scoppiano con tutto il loro clamore dal campanile di Santa Anastasia.
L'incontro si chiude con una cerimonia insolita: Balestrini offre a ciascuno dei componenti "il pubblico della poesia" una poesia fatta su misura per lui col computer. Basta digitare nome, cognome, anno di nascita e la macchina sforna una poesia personale, unica, dedicata a ciascuno di noi. Il programma, che si chiama "Machina-poesia", evidentemente l'ha fatto Balestrini, ma le possibilità combinatorie della macchina sono quasi infinite. Così ognuno può avere il suo "paesaggio poetico personale". Mi permetto di citare i primi versi del mio: "Il vento sconvolge / macchie di colore". Niente male, vero?
Paola Azzolini
parola del mito, come energia spirituale, come grande domanda sui primi perché. Perché Conte ama i classici, anche italiani, così spesso negletti, Foscolo, Alfieri, Leopardi e come per loro, il fine della poesia per lui è ancora una parola capace di dare senso al mondo.
Poi il poeta legge con tono piano e distaccato alcune delle sue composizioni. Ne viene qua e là come un trasalire di racconto, anche se questa è lirica nel senso alto e romantico del termine: la giovinezza sofferente, solitaria, gli anni dell'università, dove trionfa la cultura d'avanguardia, la poesia di Sanguineti e Balestrini, la musica di Cage, un sapere analitico, lontano dalla poesia. Poi "la conversione": la lettura di Hillman, di Spengler, di Alce Nero, lo sciamano Sioux, i viaggi in Messico, in Irlanda alla ricerca della sapienza originaria dei Celti. Come accennavamo, la poesia di Conte nasce dalla riscoperta del linguaggio mitico del mondo, dall'azzardo della parola che vuole ridare senso al mondo.
Ma è anche una poesia di protesta per la violenza che abita la cultura occidentale, contro gli uomini e contro le cose. In Lucus Birmani una Diana ligure, dea dei boschi per i romani, riappare fra le felci e i pini, invocata per un ritorno all'infanzia favolosa, quando il poeta era "un bambino arcere" che oggi, come allora, chiede di poterle cadere vicino. L'amore è la forza primigenia che possiede il mondo e il lungo, violento abbraccio di due tartarughe diventa il simbolo in Il pomeriggio d'amore di due tartarughe, di una sensualità, di un piacere panico che gli umani hanno dimenticato:"carezzare è difficile per chi crede di avere un'anima". Calvino in Palomar descrive un episodio simile, ma dopo Conte. Con lui si scusò di questo plagio involontario. Infatti il testo poetico non lo conosceva. Strane coincidenze creative! Così Conte e Calvino diventarono amici e Calvino aiutò il poeta più giovane a raggiungere la notorietà anche all'estero, dove oggi i suoi testi sono tradotti e conosciuti.

lunedì 23 giugno 2003

E la poesia "inganna" il computer
Ottavio Rossani


VERONA - Nanni Balestrini, cofondatore del Gruppo 63, 40 anni dopo ha riproposto i suoi Versi al computer. A Verona, nella bellissima piazzetta della Pescheria, lì dove una volta c'era il mercato del pesce e ora c'è un supermercato, un centinaio di persone ieri mattina s'è dato appuntamento per ascoltare i versi che Nanni Balestrini scrisse esattamente 40 anni fa. La voce suadente o irridente dell'attore Massimo Totola della compagnia Mama, accompagnata dalla musica per computer di Mauro Graziani, ha riproposto «Tape Mark II», un poemetto che Nanni Balestrini lesse alla riunione del Gruppo 63 di Palermo e che poi inserì nella raccolta «Come si agisce» (Feltrinelli), La performance, organizzata dalla rivista “Anterem” di Flavio Ermini, è stata l'ultima matinée della serie «Parola suono pensiero» nell'ambito della rassegna «Poesia festival di Verona e della Valpolicella», che va avanti dal 15 maggio.
La gente alla fine ha fatto la fila per avere una «poesia personalizzata» al computer. In altre parole: scrivendo nome e cognome il computer provvede a mescolare i circa 400 versi che Balestrini ha riversato in un database estraendo quelli consoni alle lettere dell'interessato. Insomma, la cosiddetta «poesia combinatoria» inventata da Balestrini.
Che senso ha tutto questo? «Il Gruppo 63 ha avuto il problema di chiamarsi "gruppo". In realtà non lo è mai stato - dice Balestrini: - Dopo 5 convegni fino al 1967 ognuno è andato per la sua strada, portandosi dentro il desiderio di cambiamento rispetto alla letteratura asfittica precedente. E anche i nuovi autori di oggi come Ammaniti, Ballestra, Nove, Scarpa, si muovono dentro quel processo di rinnovamento che ancora per fortuna continua».