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Nuova occasione di riflessione e
dibattito sulla scuola italiana, venerdì 14, alle ore 16.00, presso
la Società Letteraria: “Profilo dell’insegnante: prospettive
aperte”. All’incontro parteciperanno Umberto Margiotta, direttore
della Ssis; Ernesto Guidorizzi, vicedirettore della Ssis; Luigina
Passuello, docente di Didattica generale presso il nostro Ateneo.
L’introduzione e il coordinamento sarà di Alberto Battaggia,
presidente della Letteraria e a sua volta docente della Ssis di
Tecnologie didattiche ed educative. Si tratta del secondo
appuntamento che i due istituti promuovono, dopo quello, molto
partecipato, che si era svolto su “Letteratura e scuola” il 20
dicembre scorso. L’incontro appare particolarmente stimolante anche
alla luce della recentissima approvazione, da parte della Camera,
delle proposte di riforma dell’ordinamento scolastico promosse dal
ministro Moratti. Ma non è solo il destino della scuola, ad essere
investito da una nuova ondata di cambiamenti, dopo quelli innescati
dal ministro Berlinguer. Si profilano infatti significative
modificazioni anche degli ordinamenti universitari.
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mercoledì 19 febbraio 2003 pag. 23
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I profili professionali prevedono maggior
flessibilità e più dialogo con gli studenti
I
docenti del terzo millennio sono tecnologici e multiformi
Un insegnante
aggiornato nella propria disciplina e nell’utilizzo delle nuove
tecnologie, disponibile al confronto, flessibile, capace di ascoltare,
volto a sollecitare e valorizzare le intelligenze multiple dei discenti,
in grado di orchestrare strategie didattiche multiformi, sollecito ad
adattare il proprio stile di insegnamento alle esigenze dei discenti.
È un profilo professionale decisamente alto, anzi, altissimo, quello
dell’insegnante del XXI secolo, emerso dal secondo, partecipatissimo
incontro (dopo il dibattito dedicato a «Letteratura e scuola» in
dicembre) che si è svolto nei giorni scorsi alla Società Letteraria,
promosso dall’Istituto veronese e dalla Scuola interateneo di
specializzazione degli insegnanti del Veneto.
Tanto pubblico, insegnanti iscritti alla Ssis, docenti in servizio,
accademici, è stato richiamato dalla possibilità di discutere dei temi
più scottanti che investono la professione anche alla luce dei nuovi
processi di riforma in corso con il ministro Moratti.
«Sul sistema scolastico e formativo nazionale - ha osservato in apertura
Alberto Battaggia, presidente della Letteraria e docente di Tecnologie
didattiche alla Ssis - si sta esercitando da alcuni anni una pressione
tremenda, sia per le urgenze sociali e culturali della nostra epoca, sia
per i continui interventi legislativi». Si pensi a quanti provvedimenti,
in pochi anni, si sono accavallati: la riforma Berlinguer, la legge
sull’autonomia, la riforma Moratti, la devolution, la riforma degli
ordinamenti universitari. «Dobbiamo auspicare - ha sottolineato
Battaggia - che le riforme non riflettano semplicemente esigenze
politiche occasionali».
La professoressa Luigina Passuello, docente di Didattica generale
all’Università di Verona, ha illustrato i nodi problematici che
investono oggi il mondo dell’insegnamento: il rapporto tra tecnologie
della comunicazione ed apprendimento; le esigenze del mercato del
lavoro, da tenere presenti, ma non in un’ottica produttivistica; una
didattica centrata sull’apprendimento; il necessario protagonismo dei
discenti.
Il professor Ernesto Guidorizzi, vicedirettore della Ssis, ha invece
imperniato il suo intervento sul romanzo di formazione - il Meister di
Goethe - presentandolo come modello del rapporto tra pedagogia e
letteratura. Guidorizzi ha insistito sulla funzione catartica della
letteratura e sulla dimensione serena e gioiosa che la scuola deve
garantire ai discenti.
«L’insegnante che ama la sua disciplina, la fa amare - ha osservato
Guidorizzi - e la scuola deve fare amare la vita, in tutte le sue
manifestazioni, facilitando il compito dei discenti di attingere in se
stessi, nella loro interiorità, per capire il mondo».
Il dibattito è stato chiuso da un articolato intervento di Umberto
Margiotta, direttore della Ssis. «L’insegnante del XXI secolo è un
professionista che opera non sui soggetti, non sugli individui - ha
spiegato il direttore - ma sulle menti, concepite nella loro dimensione
sociale». Margiotta ha preso le distanze dall’enfasi messa sulle singole
discipline: «Il sapere - ha osservato - è qualcosa di molto più esteso e
innervato delle singole discipline; la scuola deve indicare ai discenti
trame concettuali, percorsi cognitivi plurali». Margiotta ha poi
proposto una sorta di bilancio dei primi quattro anni di esperienza,
della Ssis Veneto.
La riforma universitaria in corso di approvazione, infatti, prevederà
una nuova trasformazione dei percorsi di formazione e arruolamento degli
insegnanti nella scuola. Dopo la laurea generica triennale, i futuri
docenti dovranno aver conseguito la laurea biennale specialistica e,
infine, un anno di tirocinio.
«In questi anni - ha osservato Margiotta - siamo riusciti a far capire
alcuni concetti essenziali: che il profilo culturale e professionale
dell’insegnante non è riconducibile ad altro; che la dimensione
professionale del docente comprende quella disciplinare; che la sola
laurea non basta, per insegnare; che le nuove lauree specialistiche per
l'insegnamento non sono disgiungibili dalle esperienze di tirocinio».
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