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La storia |
Sabato 25 ottobre 2003
Per Giovanni
ore 15 e 30 Vita activa
La
partecipazione di Giovanni Dusi alla resistenza
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Alcuni momenti del pomeriggio e, qui sopra, un'altra immagine di Giovanni |
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domenica 26 ottobre 2003 Sabato
pomeriggio alla Società Letteraria un incontro «Per Giovanni» Sabato alle 15,30
nella Sala Montanari della Società Letteraria si terrà un incontro «Per
Giovanni- Impegno civile, esperienze letterarie, riflessione critica
nella vita di Giovanni Dusi». Dusi,
un illuminista che ha sbagliato epoca
«Non contano i fatti
quanto il racconto di come vengono vissuti e le idee che se ne possono
trarre». Con queste parole Giovanni Dusi chiosava il suo ultimo libro,
«Il migliore dei mondi possibili» uscito nel 1999. Personaggio
razionale, lucido, disincantato e legato alle certezze profonde della
coscienza civile, a sei mesi di distanza dalla sua scomparsa Dusi è
stato ricordato ieri in una gremitissima sala Montanari della Società
Letteraria. L'incontro - un intero pomeriggio di ottimo livello
culturale - ha visto una riflessione critica sulla vita dello
scrittore veronese alla presenza di quanti, fra amici e intellettuali,
hanno avuto la possibilità di conoscerlo da vicino.
«Si avvicinò alla Letteraria durante gli anni Novanta», ha ricordato il presidente della Società, Alberto Battaggia. «Subito ebbi l'impressione di trovarmi di fronte ad un piccolo, grande intellettuale borghese, un illuminista disincantato e un po' deluso, ma in fondo ancora innamorato del primato della ragione. L'orologio del tempo con lui si sbagliò: lo fece vivere non nel Settecento, ma in un Novecento attraversato da una tempesta di idee deviate e portate alle loro estreme conseguenze. Era un uomo che sapeva ascoltare e che ben conosceva il ruolo e la responsabilità dell'intellettuale, percorso dalla consapevolezza amara di quanto le idee dell'uomo abbiano cambiato le sorti della storia». All'incontro è intervenuto anche il vicesindaco e membro della Letteraria, Maurizio Pedrazza Gorlero. «Nemmeno alla fine Dusi gettò la spugna. Il suo disincanto nei confronti della modernità fu lucido e sofferto, ma non arrivò mai alla resa o alla rassegnazione, pur riconoscendo come inevitabile il progressivo allontanarsi della razionalità dai comportamenti umani. La sua tensione intellettuale restò da questo punto di vista lucidissima. Quando lo conobbi, era ancora capace di indignarsi per la mediocrità e le volgarità del nostro tempo». Nato a Verona nel 1923, Dusi ha conosciuto la seconda guerra mondiale da vicino. Fu partigiano e ricercato dall'inizio del '44 al '45 dalle milizie nazi-fasciste. Abbracciò le armi per più di un anno sui monti della Lessinia alla testa del Battaglione Romero della Brigata Stella. Non aderì mai al Partito comunista, pur avendo sempre manifestato idee di sinistra. Il Dusi «partigiano» e il valore di quell'esperienza profonda e lacerante, sono stati ricordati da Marco Squarzoni dell'Istituto veronese di storia della Resistenza. L'impegno culturale di Giovanni Dusi è stato infine sottolineato da Cesare De Michelis, presidente della Marsilio di Padova. «È difficile scindere l'attività letteraria dalla persona di Giovanni. Mi sono sempre chiesto cos'abbia spinto un ingegnere e un imprenditore come lui a intraprendere un percorso intellettuale tanto complesso. Una risposta a queste domande può essere trovata nel suo ultimo, attualissimo libro, nel quale Dusi si interroga sulla precarietà dell'esistenza umana, partendo da constatazioni amare, sia sul passato che su un futuro davvero difficile». |
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