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lunedì 31
marzo 2003, pag. 22 |
Per il ciclo «Parla con lui» il critico letterario dice la sua
sull’evoluzione del femminismo
Asor Rosa: «Il maschio s’è imposto
con la corazza, lo scudo e la spada»
Maria Elena Fratton
"Bisogna tener conto degli anni Settanta come snodo decisivo per
l'evoluzione del femminismo. Prima la percezione di tali problematiche era
scarsa." Così ha esordito il prof. Alberto Asor Rosa (nella foto Brenzoni)
, ordinario di Letteratura Italiana all'università "La Sapienza" di Roma
in risposta alla domanda introduttiva rivoltagli da Anna Tantini de Il
filo di Arianna , che ha organizzato il ciclo di incontri «Parla con lui»
sul tema dei cambiamenti che il femminismo ha portato alla nostra società,
in particolare nelle relazioni tra donne e uomini e nei ruoli sessuali.
Asor Rosa ha continuato l'intervento evidenziando alcuni punti in
particolare: l'elemento della differenza che porta alla distinzione dei
comportamenti tra i due sessi; il pensiero nel concettualizzare in maniera
diversa fenomeni culturali con valenza di concretezza individuale;
l'osservazione della vita con percezione diversificata.
Asor Rosa legge poi un pensiero tratto dal suo libro "L'ultimo paradosso"
pubblicato nel 1985 ed intitolato "Uomini": una critica all'uomo, troppo
concentrato sulla sua virilità, sul suo potere che si identifica con il
suo ruolo nella società anziché sull'identità sostanziale; è un uomo che
si è sempre imposto grazie ad una corazza, ad uno scudo e una spada, ma
che si è trovato spiazzato dai movimenti femministi che hanno cercato di
discutere sulla diversità sessuale e hanno saputo compiere un cammino
lento ma costante nell'ambito della nostra società.
Alla domanda di Maria Geneth, che ha chiesto se le lotte femministe
abbiano procurato solo danni dato che hanno spezzato un equilibrio e messo
in difficoltà l'uomo, Asor Rosa specifica che l'uomo è rimasto a metà di
un processo e in questo periodo di mezzo ha sofferto due svantaggi: la
perdita dei privilegi, ammesso che fossero tali, che aveva prima, ed allo
stesso tempo l'incapacità di acquisire i vantaggi del dialogo sul senso
della diversità con le donne.
Nella lettera di adesione all'invito Asor Rosa aveva commentato: "Ho una
granitica impenetrabilità a questi temi"; al contrario nel corso della
serata ha saputo spiegare in maniera esauriente e approfondita le varie
tematiche, precisando che il suo filtro sull'argomento è stata la
conoscenza letteraria. Nell'esperienza letteraria c'è però un'ottica
maschile modellata sul corrispettivo immaginario femminile e riporta
alcuni esempi della letteratura classica come Beatrice in Dante, Laura in
Petrarca, Silvia in Leopardi, Anna Karenina in Tolstoj, tutte figure che
muoiono precocemente o si suicidano. Sul versante contemporaneo Asor Rosa
cita scrittrici come la Zancato e la Melandri. Da questo risulta un
soggetto maschile che soffre di un disagio visibile nel suo non-cammino
interiore: a differenza della donna c'è una perdita di carattere
psicologico e mentale.
L'esperienza di professore universitario ha inoltre permesso ad Asor Rosa
di notare che, nonostante la piramide gerarchica a livello accademico sia
nella quasi totalità composta da uomini, i risultati migliori in termini
sia di quantità che di qualità arrivino dalle donne, questo in parte
perché l'uomo cerca di indirizzarsi a facoltà più remunerative e in parte
perché la cultura umanistica per la sua maggiore concretezza, essendo
disinteressata, attira maggiormente i soggetti femminili.
Un altro degli interventi della serata è stato quello del prof. Mario
Allegri, che d'accordo con Asor Rosa ha scherzosamente fatto notare che le
nuove generazioni di uomini si sono indebolite nei confronti dell'altro
sesso, mentre le ragazze sono assai più combattive e padrone della loro
vita.
Si è parlato anche di guerra e Asor Rosa ha fatto notare come in questo
frangente sono stati fatti numerosi passi indietro: il pensiero femminile
è stato inascoltato in modo pressoché totale, è ancora solo l'uomo che in
queste situazioni ha il potere di decidere le sorti dell'umanità .
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